Cinque anni fa è nato Spazio Canapa, uno spazio di informazione e confronto nato con l’obiettivo di diffondere conoscenza, abbattere pregiudizi e costruire una comunità attorno al tema della canapa.
La nostra presenza su Instagram è sempre stata il cuore pulsante di questa attività: una pagina con oltre 23.000 follower attivi e fino a 850.000 visualizzazioni al mese. Numeri che non sono arrivati per caso, ma che rappresentano il risultato di anni di impegno costante, passione e professionalità, costruiti giorno dopo giorno, post dopo post.
Grazie al nostro account social, siamo riusciti ad interagire con figure note, personaggi famosi, politici ed esperti, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della canapa, soprattutto della canapa industriale.
Eppure, oggi ci troviamo di nuovo di fronte a una situazione paradossale: Instagram ha sospeso per la seconda volta in due mesi il nostro account, senza alcun avviso chiaro, senza motivazioni concrete, senza possibilità reale di dialogo.
La fragilità del lavoro digitale
Essere presenti online, oggi, significa affidare gran parte del proprio lavoro e della propria identità a piattaforme che, di fatto, possono decidere dall’oggi al domani di spegnere un interruttore.
Per chi, come noi, ha costruito negli anni una credibilità riconosciuta, una community solida e un flusso di contenuti seguiti e condivisi da migliaia di persone, vedere questo patrimonio messo a rischio per decisioni arbitrarie è non solo frustrante, ma profondamente ingiusto.
Una sospensione senza logica
Nei giorni precedenti alla sospensione non avevamo pubblicato nulla. Ci eravamo presi una semplice pausa. Nessun contenuto “sospetto”, nessuna attività particolare, eppure all’improvviso la nostra pagina è stata oscurata.
Ci chiediamo se possa esserci dietro qualche segnalazione mirata, frutto di invidia o di malafede, ma la realtà è che non lo sapremo mai. Quel che sappiamo, però, è che un servizio gestito da un colosso come Meta non può permettersi di agire con questa superficialità, decidendo effettivamente la sorte del lavoro delle persone.
Viviamo in un mondo in cui i social network sono ormai parte integrante del tessuto sociale, culturale ed economico. Eppure, nel 2025, può ancora accadere che una pagina di informazione venga sospesa senza motivo, lasciando chi ci lavora senza strumenti, senza voce e senza diritti.
Questa è la dimostrazione di come la cosiddetta “dittatura dei social” diventi ogni giorno più imbarazzante e inaccettabile, soprattutto in uno Stato che si definisce di diritto.
In attesa della decisione di Meta
Restiamo in attesa della decisione di Instagram sulla sorte della nostra pagina. Qualsiasi cosa succeda, Spazio Canapa continuerà ad esistere, a informare e a portare avanti la sua missione. Perché il valore di ciò che abbiamo costruito non si misura solo in numeri, ma nella fiducia che migliaia di persone ci hanno dimostrato.
Chiediamo però che venga aperto un dibattito serio su come le piattaforme digitali gestiscono il lavoro e la voce dei creatori di contenuti. Non è accettabile che anni di dedizione possano essere cancellati con un clic.
Qualora il nostro account venisse definitivamente eliminato, la nostra presenza sui social cesserebbe di esistere, fatta eccezione per eventuali comunicazioni volte a informare il pubblico dell’esistenza del nostro sito web.