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------> Il Tribunale di Sassari ha emesso un’ordinanza che rappresenta una svolta per il settore della canapa industriale in Italia. Con la decisione n. 32+33/25 del 23 ottobre 2025, i giudici hanno annullato il decreto di convalida del sequestro probatorio e disposto la restituzione di 200 chilogrammi di materiale vegetale – foglie e infiorescenze – e di oltre 6.000 piante di canapa industriale a due coltivatori. Una decisione che ribadisce un principio fondamentale: in assenza di prove che attestino il superamento della soglia legale di THC, la coltivazione di canapa industriale è da considerarsi lecita.

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L’Europa coltiva il futuro, l’Italia lo teme: Bruxelles semina, Roma censura

L’Unione Europea ha ormai stabilito con chiarezza che la canapa industriale è una coltura agricola pienamente legittima, non una curiosità botanica né un tema da trattare come eccezione. La considera una pianta utile, sostenibile, parte integrante delle politiche verdi e della nuova economia circolare. Rientra infatti nella Politica Agricola Comune (PAC), con varietà certificate e un contenuto di THC non superiore allo 0,3%. È un riconoscimento che vale più di mille parole: l’Europa non teme la canapa, la coltiva, la regola e la trasforma in risorsa.

La Polizia sequestra, i giornali mentono e la canapa vince: i tribunali distruggono il decreto

Nel giro di due giorni, tre corti italiane – Palermo, Belluno e Torino – hanno demolito le fondamenta del decreto sicurezza del governo Meloni in materia di canapa industriale. Tra il 12 e il 14 ottobre, i magistrati hanno infatti depositato sentenze che ridimensionano la linea repressiva dell’esecutivo, il quale aveva assimilato la cosiddetta cannabis light alle sostanze stupefacenti.

Ancora un’archiviazione ma i sequestri continuano: il governo spreca risorse e massacra imprenditori

Lo scorso giugno raccontavamo la storia surreale di un commerciante torinese, vittima di furto e allo stesso tempo denunciato per la merce legale che teneva in negozio. Un caso che sembrava quasi un paradosso giudiziario e che ha generato mesi di incertezza, spese legali e conseguenze economiche pesanti. Oggi quella vicenda si è chiusa con un’archiviazione

Giudici e scienza dalla parte degli imprenditori: il governo conduce una battaglia già persa

Negli ultimi mesi si sono moltiplicati episodi simili in diverse regioni italiane. Gli arresti non vengono convalidati, i sequestri vengono annullati e gli imputati assolti. Le motivazioni delle sentenze ruotano attorno a un concetto consolidato: non può esistere reato se non c’è un’offesa concreta, e nel caso della cannabis light l’elemento essenziale – l’effetto psicotropo – è assente.

Il delirio del governo contro la cannabis light tra sequestri ridicoli e fake news sui quotidiani

Negli ultimi giorni si è assistito a un nuovo e inquietante giro di vite da parte delle autorità italiane nei confronti degli imprenditori operanti nel settore della cannabis light. In particolare, nelle aree del Torinese e del Lazio si sono svolti controlli e sequestri condotti dalla Polizia di Stato, ufficialmente qualificati come “attività di routine”.

L’articolo 18 non regge: primo dissequestro di canapa in campo che riconferma la legalità

In sede penale, nell’ambito di un procedimento avviato a seguito di operazione ex art. 73 DPR 309/1990  e originato anche dall’ambiguità applicativa dell’art. 18 DL 48/2025, è stato disposto il primo dissequestro di infiorescenze di canapa industriale in campo. Lo comunicano gli avvocati Lorenzo Simonetti e Claudio Miglio.