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------> Il Tribunale di Sassari ha emesso un’ordinanza che rappresenta una svolta per il settore della canapa industriale in Italia. Con la decisione n. 32+33/25 del 23 ottobre 2025, i giudici hanno annullato il decreto di convalida del sequestro probatorio e disposto la restituzione di 200 chilogrammi di materiale vegetale – foglie e infiorescenze – e di oltre 6.000 piante di canapa industriale a due coltivatori. Una decisione che ribadisce un principio fondamentale: in assenza di prove che attestino il superamento della soglia legale di THC, la coltivazione di canapa industriale è da considerarsi lecita.

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Anche il Tribunale di Sassari conferma la liceità della coltivazione della canapa industriale

Il Tribunale di Sassari ha emesso un’ordinanza che rappresenta una svolta per il settore della canapa industriale in Italia. Con la decisione n. 32+33/25 del 23 ottobre 2025, i giudici hanno annullato il decreto di convalida del sequestro probatorio e disposto la restituzione di 200 chilogrammi di materiale vegetale – foglie e infiorescenze – e di oltre 6.000 piante di Cannabis Sativa L. a due coltivatori.

La Polizia sequestra, i giornali mentono e la canapa vince: i tribunali distruggono il decreto

Nel giro di due giorni, tre corti italiane – Palermo, Belluno e Torino – hanno demolito le fondamenta del decreto sicurezza del governo Meloni in materia di canapa industriale. Tra il 12 e il 14 ottobre, i magistrati hanno infatti depositato sentenze che ridimensionano la linea repressiva dell’esecutivo, il quale aveva assimilato la cosiddetta cannabis light alle sostanze stupefacenti.

Arrestato e liberato: a Belluno l’ennesima prova a favore della canapa industriale

La Procura presso il Tribunale di Belluno ha disposto la scarcerazione immediata di un imprenditore agricolo arrestato il giorno precedente per la coltivazione di cannabis light. L’uomo, difeso dagli avvocati Lorenzo Simonetti e Claudio Miglio di Tutela Legale Stupefacenti, è stato liberato dopo che il giudice non ha convalidato le misure cautelari richieste, ritenendo necessario procedere con accertamenti tecnico-scientifici prima di poter valutare la sussistenza di un reato.

Ancora un’archiviazione ma i sequestri continuano: il governo spreca risorse e massacra imprenditori

Lo scorso giugno raccontavamo la storia surreale di un commerciante torinese, vittima di furto e allo stesso tempo denunciato per la merce legale che teneva in negozio. Un caso che sembrava quasi un paradosso giudiziario e che ha generato mesi di incertezza, spese legali e conseguenze economiche pesanti. Oggi quella vicenda si è chiusa con un’archiviazione

Giudici e scienza dalla parte degli imprenditori: il governo conduce una battaglia già persa

Negli ultimi mesi si sono moltiplicati episodi simili in diverse regioni italiane. Gli arresti non vengono convalidati, i sequestri vengono annullati e gli imputati assolti. Le motivazioni delle sentenze ruotano attorno a un concetto consolidato: non può esistere reato se non c’è un’offesa concreta, e nel caso della cannabis light l’elemento essenziale – l’effetto psicotropo – è assente.

Vent’anni fa moriva moriva Federico Aldrovandi: ucciso brutalmente dalla Polizia di Stato

Era la notte del 25 settembre 2005, una notte qualsiasi a Ferrara. Federico Aldrovandi, appena diciottenne, rientrava a casa dopo una serata con amici. Era un ragazzo come tanti: passioni semplici, la musica, i sogni di un futuro da costruire. Non un delinquente, non un “caso sociale”. Solo un giovane che quella notte incrociò il lato più oscuro dello Stato: quello delle forze dell’ordine che avrebbero dovuto proteggerlo.

L’articolo 18 non regge: primo dissequestro di canapa in campo che riconferma la legalità

In sede penale, nell’ambito di un procedimento avviato a seguito di operazione ex art. 73 DPR 309/1990  e originato anche dall’ambiguità applicativa dell’art. 18 DL 48/2025, è stato disposto il primo dissequestro di infiorescenze di canapa industriale in campo. Lo comunicano gli avvocati Lorenzo Simonetti e Claudio Miglio.