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Cannabidivarina (CBDV): un cannabionide molto interessante

Nel vasto universo dei cannabinoidi, il CBDV (Cannabidivarina) è spesso confinato ai margini, oscurato dai suoi fratelli più celebri come THC e CBD. Tuttavia, questa molecola “minore” potrebbe avere un impatto maggiore sulla medicina del futuro. Non si tratta di una moda, né di una nuova scoperta sensazionalistica: il CBDV è stato isolato negli anni ’60, ma solo recentemente la ricerca sta svelando il suo enorme potenziale terapeutico, specie in ambiti dove la medicina convenzionale arranca.

I semi di canapa come fonte di benessere per il nostro corpo

Il seme di canapa contiene tutti i 20 amminoacidi, inclusi gli 8 essenziali, che il corpo umano non è in grado di produrre autonomamente e deve assumere tramite l’alimentazione. Si tratta di una fonte eccezionale di proteine vegetali facilmente digeribili, che rafforzano il sistema immunitario e aiutano a contrastare le tossine che si accumulano attraverso altri alimenti o l’inquinamento.

H4CBD: cos’è?

La sua sintesi avviene attraverso un processo di idrogenazione, in cui vengono aggiunti quattro atomi di idrogeno alla struttura del CBD. Questo modifica la configurazione chimica del cannabinoide, trasformandolo in una versione più potente e con proprietà differenti rispetto alla molecola di partenza. È importante sottolineare che l’H4CBD non è semplicemente una variante del CBD, ma una nuova entità chimica con caratteristiche uniche.

Cos’è il CB9?

Il CB9 è un cannabinoide emergente, ancora poco esplorato, che si trova in quantità minime nella pianta di cannabis. Rispetto a composti più noti come il CBD e il THC, la sua presenza è molto più ridotta.

Si forma attraverso la degradazione di altri cannabinoidi, come CBD e THC, grazie a processi chimici naturali all’interno della pianta. A differenza del THC, sembra avere effetti psicoattivi moderati, ma le ricerche su questo aspetto sono ancora agli albori.

La canapa come fibra perfetta ma “non comoda”

La canapa è una delle colture più antiche della storia umana, con oltre 10.000 anni di utilizzo documentato. Per secoli, è stata una risorsa essenziale per numerose civiltà, dalla Cina all’antica Mesopotamia fino al Mediterraneo, offrendo materiali per tessuti, corde, vele, carta e molto altro. Oltre agli usi pratici, i suoi semi ei fiori erano noti per le proprietà terapeutiche.