L’emergenza giovanile legata al consumo di sostanze sta assumendo contorni sempre più preoccupanti. Nel Friuli Occidentale, il Dipartimento Dipendenze dell’ASFO segnala un aumento costante di ragazzi sotto i 24 anni presi in carico per problemi legati a droghe pesanti, alcol e soprattutto psicofarmaci utilizzati senza prescrizione medica.
Se in passato le richieste di aiuto riguardavano soprattutto l’abuso di sostanze illegali tradizionali, oggi il quadro appare più complesso. Accanto al consumo di cocaina e alcol, cresce l’uso improprio di farmaci come ansiolitici e antidepressivi. Non si tratta solo di dipendenze croniche, ma anche di comportamenti sperimentali e di “automedicazione” che nascondono fragilità psicologiche e difficoltà di adattamento.
Gli operatori sottolineano come molti giovani arrivino ai servizi non per una scelta consapevole, ma su spinta di familiari, insegnanti o in seguito a interventi delle forze dell’ordine. La scarsa percezione del rischio rimane infatti uno degli ostacoli principali: molti ragazzi non riconoscono l’uso di alcol o psicofarmaci come un problema, e lo considerano quasi un passaggio normale della crescita.
I numeri dietro l’allarme
Le indagini nazionali confermano che la fascia tra i 15 e i 24 anni è quella più vulnerabile. Sempre più adolescenti dichiarano di aver fatto ricorso a psicofarmaci senza ricetta, spesso reperiti attraverso amici o conoscenti. Parallelamente, il binge drinking 1 continua a diffondersi nelle serate del fine settimana. La cannabis rimane la sostanza illegale più utilizzata, ma con impatto notevolmente inferiore rispetto all’abuso di cocaina, alcool e psicofarmaci. Questi comportamenti, sommati, tracciano un profilo di rischio che non riguarda più solo le dipendenze conclamate, ma anche la salute mentale e il benessere complessivo dei giovani.
Le priorità del governo e le vere emergenze
Nonostante questi dati, gran parte dell’attenzione politica nazionale si concentra quasi esclusivamente sulla cannabis e persino sulla cosiddetta “cannabis light”, oggetto di dibattiti e provvedimenti restrittivi. Un orientamento che secondo molti esperti rischia di spostare il fuoco del problema: sebbene la cannabis resti una sostanza diffusa tra i giovani, la vera emergenza oggi è rappresentata dall’abuso di alcol, dalle droghe pesanti e soprattutto dall’uso crescente di psicofarmaci senza controllo medico. Settori che generano dipendenze più rapide, conseguenze sanitarie più gravi e, spesso, percorsi di cura molto più complessi. La richiesta degli operatori è quindi di un riequilibrio nelle politiche pubbliche, con maggiori investimenti nella prevenzione e nell’assistenza dedicata a questi fronti.
La risposta dell’ASFO
Per fronteggiare questa situazione, l’ASFO ha messo in campo un’organizzazione mirata. Oltre ai servizi territoriali del SerD e alle aree dedicate all’alcologia, è stata creata un’équipe specializzata, denominata HYPE, che segue esclusivamente i giovani fino ai 25 anni. L’approccio è multidisciplinare: psicologi, medici, educatori e assistenti sociali collaborano per costruire percorsi personalizzati che tengano conto non solo della sostanza utilizzata, ma anche del contesto familiare, scolastico e sociale.
Particolare attenzione viene rivolta agli interventi precoci. L’idea è intercettare i ragazzi nei luoghi che frequentano quotidianamente, riducendo le distanze con i servizi sanitari e superando la barriera del pregiudizio. Campagne di sensibilizzazione, incontri nelle scuole e attività di prevenzione sul territorio affiancano così i percorsi terapeutici individuali.
Un tema di salute pubblica
Il fenomeno non può essere letto solo come questione di devianza o disagio marginale. L’aumento dei casi tra i minori e i giovani adulti pone infatti un problema di salute pubblica: le dipendenze precoci rischiano di compromettere lo sviluppo psicofisico e incidere sulla capacità di costruire relazioni, percorsi scolastici e professionali stabili.
Gli esperti sottolineano che per affrontare la sfida è necessaria una rete più ampia, che coinvolga famiglie, scuole, istituzioni e associazioni del territorio. Solo così si potrà trasformare la presa in carico da risposta emergenziale a vera occasione di crescita e recupero.
- Il binge drinking è l’assunzione di una grande quantità di bevande alcoliche in un breve lasso di tempo, solitamente per provocarsi rapidamente uno stato di ubriacatura. ↩︎