Sono tantissime le persone che negli ultimi giorni ci hanno posto un’unica e monolitica domanda: “SE UTILIZZO LA CANNABIS LIGHT, RISULTO POSITIVO AL TEST SALIVARE?”

L'informazione
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Sono tantissime le persone che negli ultimi giorni ci hanno posto un’unica e monolitica domanda: “SE UTILIZZO LA CANNABIS LIGHT, RISULTO POSITIVO AL TEST SALIVARE?”
Il Tribunale di Patti, rappresentato dalla Dott.ssa Eleonora Vona, ha emesso il 17 dicembre 2024 una sentenza di assoluzione per Gianmario Vento, residente a Gioiosa Marea, accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo era stato arrestato nel novembre 2021 dai Carabinieri di Gioiosa Marea, che durante alcune perquisizioni presso la sua abitazione avevano sequestrato oltre un chilogrammo di marijuana.
Una donna finisce sotto processo con l’accusa di coltivazione e traffico illecito di sostanze stupefacenti, ma le analisi dimostrano che le piante in questione appartengono alla categoria della cannabis light. Non contengono principio attivo o, se presente oltre i limiti di legge, ciò non è imputabile alla coltivatrice, che viene quindi assolta.
Le tempistiche per la presentazione e approvazione della legge di bilancio si fanno sempre più stringenti. È dunque normale che inizino a circolare varie ipotesi di misure che potrebbero essere inserite nella manovra. L’ultima idea del governo Meloni, per incrementare le entrate nelle casse dello stato, potrebbe essere quella di un aumento della tassazione sulle sigarette tradizionali e sui prodotti a base di “cannabis light”.
L’interesse per la canapa light, caratterizzata da un basso contenuto di THC e da coltivazioni biologiche certificate, è in costante crescita, soprattutto dopo la pandemia. Il focus sulla qualità e sulla sostenibilità sta guidando la domanda, con previsioni di un fatturato europeo che potrebbe superare i 36 miliardi di euro entro l’anno.
Non esiste nessun decreto ministeriale attuato, ma è solo uno schema all’interno dello stesso decreto, non ancora firmato. Qualora il decreto ministeriale dovesse seguire lo schema proposto, non avrebbe assolutamente qualsivoglia profilo di legittimità in quanto la legge n°242 del 2016 non prevede, per quanto concerne le foglie e le infiorescenze che implicitamente sono contenute nel comparto florovivaistico, la possibilità di delega e deroga ad una fonte di norma secondaria come è di fatto il decreto ministeriale.
La “notizia”, come al solito quando c’è da raccontare qualcosa che possa in qualche modo screditare la pianta di cannabis, è stata data prontamente da agenzie e testate mainstream con titoli molto simili: una ragazza avrebbe fatto una torta di cannabis light, facendo poi stare male 3 persone (che per tutti è diventato “manda una famiglia in ospedale”).
Walter De Benedetto, affetto da artrite reumatoide, una patologia complessa e debilitante che provoca dolori intensi, si affidava alla cannabis terapeutica per gestire i suoi sintomi. Nonostante una regolare prescrizione medica, Walter non riusciva a ottenere le quantità necessarie per il suo trattamento, problema comune a molti pazienti. Di fronte a questa carenza strutturale, ha deciso di coltivare cannabis nel proprio giardino per sopperire alla mancanza, scelta che lo ha portato a essere indagato per coltivazione di sostanze stupefacenti in concorso.
Nonostante la regolare prescrizione di cannabis terapeutica, che gli permetterebbe di migliorare la qualità della vita, De Benedetto è stato costretto – come spesso accade per molti pazienti – a sopperire alle lacune pubbliche con l’auto-produzione dal momento che non riusciva a ottenere la quantità di cannabis riportata dalla prescrizione.