Non una punizione, ma la riuscita di un progetto studiato a tavolino. Così un 36enne di origini nigeriane ha accolto con entusiasmo la decisione del tribunale di Varese: l’espulsione dall’Italia.
L’uomo, residente in un comune del Varesotto, aveva escogitato un metodo insolito per ottenere il rimpatrio senza dover sostenere spese: attirare volutamente l’attenzione delle forze dell’ordine. Si è seduto sui gradini della stazione ferroviaria e ha iniziato a fumare uno spinello proprio davanti agli agenti della Polfer. Inevitabile il controllo, durante il quale gli sono stati sequestrati circa 150 grammi di hashish.
Davanti al giudice Andrea Crema, il 36enne ha spiegato senza giri di parole la sua scelta: «Non ho più soldi per tornare in Nigeria. Tutta la Naspi che ricevo la invio alla mia famiglia. Non sapevo come fare». L’uomo, ex operaio in zona, disponeva di un permesso di soggiorno temporaneo e percepiva l’indennità di disoccupazione, ma non era sufficiente per acquistare un biglietto aereo. Da qui la decisione di farsi arrestare per ottenere l’espulsione a spese dello Stato.
Il suo stratagemma, questa volta, ha raggiunto l’obiettivo: sei mesi di reclusione commutati direttamente nell’espulsione dal territorio italiano, con relativo divieto di rientro. Non era però la prima volta che ci provava. Già a marzo aveva tentato la stessa strada dando in escandescenze su un treno, ma allora il suo piano non era andato a buon fine.