Ieri si è celebrata la Giornata Mondiale delle Api: un’occasione perfetta per scoprire in che modo la canapa possa rappresentare una risorsa preziosa per il loro sostentamento.
Sebbene la canapa non produca nettare né presenti caratteristiche tipiche delle piante che attraggono impollinatori, si distingue per la sua capacità di generare grandi quantità di polline in un periodo dell’anno in cui molte altre colture sono ormai sfiorite. Questo la rende una risorsa alimentare strategica per le api, soprattutto nei mesi estivi, tra fine luglio e settembre, quando le alternative scarseggiano.
Uno studio pubblicato nel 2019 sulla rivista Biomass and Bioenergy ha messo in luce il valore ecologico della canapa nei confronti degli insetti impollinatori, mostrando che nei campi di canapa in fiore del Colorado è stata rilevata una notevole diversità di specie, nonostante l’impatto negativo dell’agricoltura intensiva e della progressiva semplificazione del paesaggio agricolo. In particolare, sono stati raccolti esemplari di 23 generi diversi di api, con l’ape europea (Apis mellifera) che rappresentava il 38% del totale, seguita da Melissodes bimaculata (25%) e Peponapis pruinosa (16%).
La fioritura della canapa avviene in un momento cruciale per le api, che spesso faticano a trovare fonti di polline in tarda estate. In questo contesto, la canapa – soprattutto nelle sue varietà dioiche che producono fiori maschili ricchi di polline – può svolgere un ruolo importante nel sostenere le popolazioni di api, sia selvatiche che domestiche.
Nonostante l’assenza di nettare, quindi, la canapa può essere considerata una coltura ecologicamente utile, in grado di contribuire alla biodiversità e al benessere degli impollinatori. Inoltre, con l’espansione delle coltivazioni di canapa, sarà fondamentale adottare pratiche agricole attente agli ecosistemi, integrando strategie di gestione dei parassiti che proteggano anche questi insetti fondamentali per l’equilibrio ambientale e la sicurezza alimentare.