Nel corso del weekend, durante le preparazioni per il Gran Premio di Las Vegas, diversi piloti di Formula 1 hanno segnalato un forte odore di marijuana nell’aria. Alcuni, ironizzando sulla situazione, hanno persino affermato che il fumo avrebbe potuto compromettere i risultati di un eventuale test antidroga.
La presenza di odore di cannabis in eventi pubblici non è rara nello Stato del Nevada, dove la sostanza è legale dal 2017, a seguito del referendum approvato dagli elettori nel 2016. Tuttavia, la legge federale statunitense continua a considerarla illegale. La vendita è regolamentata e limitata a dispensari autorizzati, e l’acquisto è consentito solo ai maggiorenni di almeno 21 anni.
Durante le prove libere e le qualifiche iniziate giovedì, i piloti hanno notato con insistenza l’odore. Franco Colapinto, della scuderia Williams, ha commentato con sarcasmo: «Se ci sottoponessero a un controllo antidoping in questo momento, probabilmente risulteremmo tutti positivi. Ne verrebbe fuori un bel pasticcio».
Anche Max Verstappen, già tre volte campione del mondo, ha scherzato sull’intensità dell’odore percepito: «Sembrava di essere fatti in macchina. Non è il massimo, perché lo si sente anche durante la guida, ed è davvero forte». Il suo compagno di squadra in Red Bull, Sergio Perez, ha confermato: «È una quantità incredibile, inizia a darmi fastidio».
L’odore di cannabis è diventato una sorta di costante in eventi sportivi all’aperto a Las Vegas. Tuttavia, è raro che si diffonda in spazi chiusi, dove il fumo – anche di marijuana – è vietato. Per esempio, durante il Super Bowl tenutosi all’Allegiant Stadium a febbraio, non si erano registrati episodi simili. Lo stesso vale per gli eventi al coperto come le partite dei Vegas Golden Knights o i combattimenti UFC alla T-Mobile Arena: se all’esterno la presenza dell’odore è evidente, all’interno vige un controllo più rigoroso.
In sintesi, mentre il contesto normativo del Nevada consente l’uso personale della cannabis, la sua diffusione durante eventi di richiamo internazionale come il GP di F1 solleva interrogativi sulla coesistenza tra regolamentazione legale e ambienti professionali, specie in ambito sportivo.