Nel biennio 2022-2023, con la cosiddetta “Guerra alla Droga” promossa dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, si è registrato un incremento del consumo di sostanze stupefacenti in Italia.
Secondo i dati del 2023, circa 516.000 studenti , pari al 34% dei giovani tra i 15 ei 17 anni , hanno dichiarato di aver fatto uso di sostanze illegali. Un dato che solleva interrogativi sull’efficacia delle politiche repressive adottate dal governo in materia di droga. Lo stesso Mantovano ha riconosciuto che la strategia proibizionista ha avuto effetti controproducenti, contribuendo all’aumento della concentrazione di THC fino al 25% nei prodotti presenti sul mercato nero.
Questo fenomeno rappresenta un ulteriore rischio del fallimento di un approccio puramente repressivo, che non solo non riduce i consumi , ma al contrario favorisce il mercato illegale , rendendo le sostanze ancora più pericolose per i consumatori. La strategia adottata dal governo, guidata in questo ambito dallo stesso Mantovano, Meloni e Salvini, si dimostra inefficace e lontana dalle soluzioni già sperimentate con successo in altri Paesi.
Diversi studi ed esperienze internazionali dimostrano come la regolamentazione del mercato della cannabis possa portare benefici significativi , tra cui:
- Controllo della qualità delle sostanze , riducendo i rischi legati al consumo di prodotti adulterati o eccessivamente potenti.
- Riduzione del consumo giovanile , come dimostrato nei Paesi che hanno adottato modelli di legalizzazione, registrando cali fino al 25% tra i giovani .
- Indebolimento delle organizzazioni criminali , privandole di una delle loro principali fonti di finanziamento.
- Maggiore consapevolezza e prevenzione , grazie a campagne di informazione basate su evidenze scientifiche anziché su approcci ideologici.
- Incremento delle entrate fiscali , derivanti dalla tassazione e regolamentazione del settore.
La gestione delle politiche sulle droghe dovrebbe basarsi su evidenze scientifiche e sull’analisi dei dati piuttosto che su ideologie repressive prive di fondamento . Tuttavia, la decisione di mantenere un approccio proibizionista appare legata più a interessi politici ed economici che a una reale volontà di affrontare il problema con strumenti efficaci.
Il dibattito sulla legalizzazione della cannabis e di altre sostanze leggere non dovrebbe essere guidato da posizioni preconcette, bensì da un’analisi razionale dei benefici e delle criticità di un modello regolamentato. Il caso di numerosi Paesi dimostra che la regolamentazione non solo non aumenta il consumo , ma consente un maggiore controllo del fenomeno, con effetti positivi in termini di salute pubblica e sicurezza.
Roberto D’Aponte – Direttore Spazio Canapa